giovedì 13 dicembre 2018

Diario di Maria Grazia, Simona e Catia.

Corso di Aggiornamento Londra - 12-16 novembre 2018
Language Link London

12 novembre 
Conosciamo Mel, una delle docenti del corso, e gli altri partecipanti, 15 in tutto, compresa una docente inglese che segue le attività nel suo percorso di Job Shadowing. Gli altri partecipanti provengono da diversi Paesi europei (Finlandia, Norvegia, Croazia, Lituania, Lettonia, Germania e Portogallo) ed un corsista viene dagli USA.
Mel introduce le linee guida del corso e ci consegna il calendario delle attività. Ci porta subito a fare un giro nel quartiere di Bloomsbury, di cui descrive caratteristiche principali, soffermandosi anche su diverse  curiosità. Questo primo momento serve a rompere il ghiaccio e a stabilire una piacevole atmosfera di lavoro, che si percepisce appena rientrati in classe. La scuola è piccola ma molto accogliente, e lavoriamo fin da subito in piccoli gruppi.
Dopo la pausa pranzo conosciamo l’altra insegnante, Gabi, che ci illustra i principi su cui si basa la metodologia creativa (creative metholdology), dandoci dimostrazione, attraverso alcune attività didattiche, della sua applicabilità.

13 novembre 
Lavoriamo tutto il giorno con Gabi, ed approfondiamo insieme a lei le caratteristiche del TBL (Task Based Learning). Dopo aver dato brevi cenni su tale metodologia, Gabi simula delle attività didattiche, lavorando con noi come se fossimo studenti.
Nel pomeriggio noi corsisti, lavorando in gruppo, progettiamo ed elaboriamo delle attività da somministrare ad un potenziale gruppo di alunni, tenendo conto delle indicazioni ricevute durante il lavoro della mattina. Questa è forse la parte più impegnativa e, a tratti, meno motivante, perché non del tutto chiara riguardo alle finalità da perseguire.

14 novembre
Giornata dedicata ad un’attività fuori programma. Ci è stato infatti proposto di visitare due scuole della periferia di Londra. Le scuole si trovano a Southfields e sono entrambe specializzate nella promozione dell’inclusione di studenti con bisogni educativi speciali. La mattina ci rechiamo al Rowan Hearing Support Centre, una scuola specializzata nella didattica nei confronti di studenti non udenti. Uno dei responsabili ci  illustra le principali strategie che la scuola adotta per realizzare efficaci percorsi inclusivi, pensati per studenti non udenti e per studenti stranieri. 
Veniamo successivamente divisi in due gruppi: uno segue la prima parte di una lezione di letteratura inglese (A Christmas Carol) per soli studenti non udenti, l’altro  segue un seminario che descrive il deficit legato alla sordità nei suoi vari livelli di gravità. Il seminario tratta altresì i dispositivi tecnologici utilizzati dalla scuola per far sì che i ragazzi possano seguire le lezioni. I due gruppi poi si invertono. 
Infine tutti insieme analizziamo alcuni video che ci mostrano l’importanza di un percorso che consenta agli studenti non udenti di acquisire sicurezza, autostima ed una maggiore consapevolezza della propria identità. Si tratta del progetto "Smile", che consiste nel filmare i ragazzi durante la simulazione di un loro approccio alla vita reale (per esempio un colloquio di lavoro), visionare il video insieme a loro, evidenziare gli atteggiamenti non adatti alla situazione, in quanto inefficaci dal punto di vista comunicativo, e cercare di cambiarli. 
Gli insegnanti hanno lavorato per alcune lezioni con gli studenti, per aiutarli ad adottare nuove strategie comunicative che li rendano più sicuri di sé; infine hanno filmato ciò che gli studenti sono riusciti a fare successivamente nella stessa situazione. Mettendo a confronto i due filmati, si evidenziano i nuovi obiettivi raggiunti dagli studenti.
Il pomeriggio ci vede impegnati nella visita alla Linden Lodge School, centro specializzato per l’istruzione di ragazzi affetti da gravi disabilità.
 Veniamo informati del fatto che si tratta di una delle migliori scuole statali dell’Inghilterra, per le attrezzature adatte agli specifici bisogni dei ragazzi, per gli edifici pensati per abbattere le barriere architettoniche e facilitare la mobilità degli studenti al loro interno, per il personale altamente specializzato sia per la didattica che per le cure mediche e infermieristiche, e per le risorse economiche che la scuola riceve dallo Stato.
La visita risulta molto istruttiva e al tempo stesso toccante, e ci  mostra una realtà che non siamo abituate ad affrontare.

15 novembre
La giornata di oggi inizia con la presentazione della metodologia Dogme, incentrata sulla promozione della sorpresa, della spontaneità e della imprevedibilità di una lezione, a scapito di una rigida struttura del materiale didattico presentato dal docente. Ci viene mostrato un video  in cui il docente fornisce solo dei piccoli input e sviluppa la propria lezione sulla base delle risposte degli studenti. E’ un metodo che richiede grande adattabilità e flessibilità da parte del docente, che deve essere in grado di individuare  e selezionare il materiale che risulta efficace per la propria lezione all’interno di ciò che gli studenti producono. Non si tratta di un sistema interamente lasciato al caso: il docente suggerisce alcune tematiche e poi sviluppa quella che ottiene maggiore consenso da parte degli studenti. Nella lezione che seguiamo sul video, il docente chiede agli studenti di disegnare, annotare un ricordo, una sensazione o un’opinione riguardo a McDonald.  
La maggior parte degli studenti scrive un ricordo. La lezione prende le mosse dal materiale prodotto da loro e il docente sviluppa le strutture grammaticali, lessicali e sintattiche che ha precedentemente pensato di associare a quell’idea: il passato semplice, used to, ecc. Poi, prendendo spunto da alcune delle parole frequentemente utilizzate dagli studenti, focalizza l’attenzione sulla loro pronuncia corretta. Il docente assume un ruolo di guida, ma sono gli studenti che, operando delle scelte, decidono in quale direzione procederà la lezione. Una lezione di questo tipo è fortemente motivante ma presenta alcuni aspetti critici: non è particolarmente adatta a studenti principianti, richiede un’alta competenza linguistica da parte dell’insegnante e porta a discostarsi da un sillabo predefinito.
Nel pomeriggio l’attività proposta riguarda la cosiddetta “visual poetry”, ovvero la trascrizione grafica di un testo poetico. La docente distribuisce a ciascuno di noi un pezzetto di carta con su scritta una delle espressioni presenti nel testo di una canzone che ci fa poi ascoltare. Al primo ascolto bisogna alzarsi tutte le volte in cui quell’espressione viene cantata. 
Successivamente ci viene chiesto di rappresentarne le quattro strofe attraverso quattro vignette. Veniamo suddivisi in gruppi e ad ogni gruppo viene chiesto di esprimere creativamente il messaggio dato dal testo.

16 novembre
Mel espone il tema che presenterà subito dopo: la pronuncia e la fonetica della lingua inglese. Partendo da una pronuncia standard, la received pronounciation, ci fa riflettere su quanto oggi la lingua, sia a livello formale che informale, risulti notevolmente modificata rispetto a ciò che è convenzionalmente imposto dal  modello del cosiddetto Language Golden Triangle. Ecco perché attualmente si accettano come appropriate diverse pronunce che pur si discostano dal suddetto standard.
Nel pomeriggio Gabi apre la sessione con un testo di letteratura dettato a velocità reale. Il risultato è un testo contenente esclusivamente le informazioni principali di quanto ascoltato. A questo punto ci vengono suggerite diverse strategie applicabili al dettato. Successivamente la docente ci presenta la metodologia NLP (Neuro-Linguistic Programming), di cui però non condivide le modalità, in quanto ritiene che in ogni attività didattica i docenti già utilizzano elementi afferenti all’ambito neurolinguistico; non c’è quindi necessità di formalizzare un’apposita metodologia.


A conclusione di tale percorso riteniamo che un’esperienza di questo genere sia assolutamente spendibile nella pratica quotidiana dell’insegnamento, anche di discipline diverse rispetto alla lingua inglese. Il corso è stato ricco di spunti che potranno senz’altro essere condivisi con i colleghi. Attraverso questo corso abbiamo acquisito una maggiore consapevolezza delle nostre potenzialità nonché delle nostre competenze professionali, e siamo tornate arricchite ed entusiaste, sicure del fatto che la nostra esperienza avrà una ricaduta positiva anche sui nostri studenti. Ci piace concludere questo nostro breve diario di bordo con un sentito invito rivolto a tutte le componenti del mondo scolastico a promuovere attività formative di questo tipo, che davvero valorizzano il lavoro di noi docenti.



Siena, 10/12/2018

       Le docenti
         prof.ssa Maria Grazia Cincinnato
         prof.ssa Simona Tavarnelli
         prof.ssa Catia Zottola

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